venerdì 15 gennaio 2016

Atti osceni in luogo privato. Marco Missiroli. Feltrinelli.

Cosa funziona:
1.       La scrittura è magniloquente ma scafata, scorrevole, raffinata. A tratti un po’ ermetica, tutto sommato adeguata (7)
2.      Milano, e soprattutto Parigi: la cornice di sfondo (7)
3.      Lo struggente ricordo del padre, che a conti fatti è la figura più dolce del racconto, assieme al fantasma di Togliatti (7)
4.      Il bla-bla mediatico che tanti contestano, però chi può/sa farlo, in editoria, ne trae enormi vantaggi (8)

Cosa non funziona:
1.       Il principio che nella vita comune tutto passi per il sesso (3)
2.      Sovradosaggio di citazioni. Okay, Missiroli, sei colto, ma dopo un po’ finiscila (3)
3.      La cover rappresenta lo strumento con cui è stato concepito il libro? (3)
4.      Carattere di stampa migliorabile (5)
5.      Scarsa tensione. La vicenda si spera decolli da un momento all’altro, invece scorre piatta e priva di scosse e spunti emozionanti. Staticità neurosensoriale (4)

Media voto 5,2. Molto rumore per nulla. Anche nel regno della sensualità, se c’è questo libraccio sul comò. 

lunedì 4 gennaio 2016

Manuale pratico di giornalismo disinformato. Paolo Nori. Marcos y Marcos.


Cosa funziona:
      1.      Copertina simpatica, spiritosa, carina, d’atmosfera (8)
      2.      La mafia dell’autore: tutti a dire bene di una ciofeca, come a mio parere tutti i libri di costui: minestroni bestiali di altrettante bestialità assortite male. Qui non si capisce nemmeno se il libro inizia con il narratore che parla di un’intervista nel regno – la cucina, ovviamente – di una casalinga romana (ma al giorno d’oggi chi fa la casalinga, tranne la moglie di qualche ultrabenestante, la quale a tutto è dedita fuorché ai fornelli?) e se prosegue tra bugiardini farmacologici copiati pari-pari e sviste imbarazzanti, o cosa diavolo ancora. Insomma, l’autore deve avere non un santo in paradiso, ma tutta una squadra di angeli della promozione, perché per promuovere una chiavica letteraria (mai l’aggettivo letterario fu tanto sprecato) arrivando a Marcos y Marcos bisogna avere più raccomandazioni dell’intero personale di una megaditta alla Fantozzi (9)
      3.      La fantasia. Tutto si può contestare, fuorché quella. All’autore non ne manca. La usa male, malissimo, però ne ha in quantità industriale. Il giorno che imparerà a metterla a frutto in maniera appena decente, avremo un grande, splendido scrittore (8)

Cosa non funziona:
      1.    La scrittura. Caotica, stancante, da capogiro. Il disagio fatto parola (4)
      2.      Carattere di stampa bruttino, da libro scolastico. Però a differenza dei libri di scuola Nori non ha un tubo da insegnare (5)
      3.      Le imprese impossibili del sig. Baistrocchi, protagonista, farebbero impallidire gli attori porno, che paventano amplessi lunghi ore ed ore. Eh già, perché il tizio ricorda a memoria un bugiardino lungo più di 2.200 parole, e non è la sola fenomenologia da superman (2) 
      4.    Un prodotto che non è fantastico, non è drammatico, non è satirico, non è. Semplicemente, non è. Per favore, case editrici che vi reputate di nicchia, pubblicate i nomi degli editor che promuovono queste diarree verbali! (3)
      5.    Il prezzo. Ma avranno dato un anticipo all’autore per pubblicare ’sta fetecchia e giustificarne la richiesta? (3) 

La media? Non la calcolo. Sarebbe troppo anche per una con il braccio corto come me. Fate voi. Poi, se volete buttar via soldi per verificare se ho detto il vero, fate pure. Però non dite che non vi avevo avvisati!