mercoledì 13 maggio 2015

Le mille luci del mattino. Clara Sanchez. Garzanti.

Cosa funziona:
1.       Scrittura lodevole. Qui, la Sanchez non ha nulla da invidiare a nessuno (9)
2.      Il personaggio di Emma, che vive solo di lavoro e spesso sembra bastare a sé stessa, è una fotografia spietata di centinaia di donne di oggi (7)
3.      La spinta dei produttori e il circo mediatico organizzato attorno al libro. I primi posti nelle classifiche di vendita dei grandi gruppi dipendono da questo, sennò il 90% dei loro libri non avrebbe le qualità per imporsi nel mercato e nel gusto (8)
4.      Da tempo Garzanti non fa che clonarsi le copertine, con una bella figliola fotografata in pose auliche, su uno sfondo che rievochi un poco il contenuto del libro. Per una volta, la figura in ombra che sfoglia un volume (la protagonista accantona il sogno di fare la scrittrice: tanto per essere originali!) è quasi adatta all’uopo (6)
5.      Impaginazione, organizzazione del testo, note, dettagli (7)

Cosa non funziona:
1.       Il mix di fatti raccontati da Emma, quasi fossero indipendenti l’uno dall’altro, dà al tutto un senso di sospensione e incompletezza (4)
2.      L’aura di telenovela tra amanti, sotterfugi, mobbing e legami ai confini della realtà (3)
3.      Con tanti finali possibili, la Sanchez ha consegnato quello più improbabile. Smozzato, senza un evento a scuotere la storia, né a darle un compimento reale (4)
4.      La riproduzione seriale di una trama vista centinaia di volte al cinema, letta in altri libri, per non dire della quotidianità. Pure a pagamento. Non ce n’era proprio bisogno (3)
5.      Diciotto euro e passa li valevano – forse – le prime due opere dell’autrice iberica. Questa si candida ad essere la sua peggiore, roba che si sarebbe dovuta spacciare a meno della metà, con una parental advisory al pubblico (4)

Il 5,5 della media voto è bugiardo: il libro vale molto meno. Lo salva il mestiere della Sanchez, una sorta di scuola di scrittura vivente. 

mercoledì 6 maggio 2015

Il pensionante. Georges Simenon. Adelphi.

Cosa funziona:
1.       L’autore, tra le Plèiadi con onore (9)
2.      Il testo, il contenuto. 167 pagine di arte squisita (9)
3.      Il quadro in copertina. Spilliaert sembra avere dipinto apposta per dare un volto alle atmosfere di Simenon (9)
4.      Carattere di stampa. Visibile anche ai ciechi ma non fastidioso, di assoluto effetto (8)
5.      Cura del testo. Linee, caporali, impostazione, ordine: tutto perfetto (10)
6.      Ottima recensione sul risvolto di sinistra (8)
7.      Biografia autoriale, note sul testo e l’editore originale (8)

Cosa non funziona:
1.       Il prezzo. Per quanto valga tutti i diciotto euro richiesti, non è per tutte le tasche (5)

La media voto è di 8,25 ma ho come la sensazione di essere stata stretta di manica. Ma se il confronto con tanti prodotti editoriali è impietoso, è perché Adelphi parla un linguaggio affine alla letteratura.