venerdì 20 marzo 2015

Dimmi che credi al destino. Luca Bianchini. Mondadori.

Cosa funziona:
1.       Scrittura. Da terza elementare eppure fluida, è ciò che il pubblico oggi vuole (8)
2.      A chi cerca un volume leggero, per sconfiggere la noia a colpi di altra noia, questo testo dà il “gusto giusto” e si sa… Mondadori è uno chef senza rivali (8)
3.      Locandine, pubblicità, recensioni, vetrine: spudorata ma perfetta pianificazione di mercato (8)
4.      La copertina. Molti lo compreranno per quest’ultima (7)

Cosa non funziona:
1.       La trama. Nessuna empatia, eventi prevedibili, frasi fatte sugli italiani: pattume (4)
2.      Carattere di stampa obbrobrioso (4)
3.      Titolo inadatto. È una storia di coraggio e di volontà, non una piroetta della sorte (4)
4.      Personaggi mal delineati, poco approfonditi. Sensazione dominante di superficialità. Chi si è preso la briga di promuoverla andrebbe rimosso all’istante dal suo ruolo (4)

La media voto, di 5,8 è un poco bugiarda. Il libro, nome eccessivo, vale meno, ma la matematica è una scienza che negli affari, purtroppo, comanda. Sacrificio della qualità. 

giovedì 5 marzo 2015

After. Anna Todd. Sperling & Kupfer.

Cosa funziona:
1.      Packaging e campagna pubblicitaria. Anche quelle sono un’arte (9)
2.      La Paramount Pictures ne ha acquistato i diritti per un prossimo film. Siamo sempre nello stesso campo, la pubblicità, ma dicono sia l’anima del commercio, e il libro più venduto e famoso della storia – la Bibbia – insegna. Voto alla strategia (8)
3.     Per i fanatici del trash è un capolavoro e si sa che bisogna accontentare tutti. A costoro non importa che sia un’operazione di corruzione della buona scrittura (6)
4.     Grafica, liner notes, riferimenti, carta. Ogni dettaglio è in funzione del business, e in questo la produzione eccelle ampiamente. Le case editrici non sono istituti benefici (7)

Cosa non funziona:
1.      Troppo famoso per essere vero. Montatura editoriale (3)
2.      Fandom stroboscopico, nato da una fanfiction perciò con tutti i difetti del caso: incoerenza dei temi e della trama, degrado linguistico, qualità infima della storia (2)
3.     La scelta del carattere di stampa sa di clonazione ancor più dell’ossatura del libro. Che non fa altro che ripetere un cliché come un cupo rosario. Copertina da serial novel (5)
4.     Mobbing, maltrattamenti, umiliazioni: il protagonista, bad boy dal cuore d’oro, dimostra di essere al passo con gli adulti moderni in quanto a interiorità deragliata. Errori e bestialità a ruota libera: l’editing non esiste, e dove esiste è pericolosamente superficiale (3)

Media voto 5,3 con riserva. Intesa come riserva di caccia, nella quale si dovrebbe sparare come nel celebre spezzone fantozziano sugli architetti di questa porcheria.