Dimmi
che credi al destino. Luca Bianchini. Mondadori.
Cosa
funziona:
1.
Scrittura. Da terza elementare eppure fluida, è ciò che il pubblico oggi
vuole (8)
2.
A chi cerca un volume leggero, per sconfiggere la noia a colpi di altra
noia, questo testo dà il “gusto giusto” e si sa… Mondadori è uno chef senza
rivali (8)
3.
Locandine, pubblicità, recensioni, vetrine: spudorata ma perfetta
pianificazione di mercato (8)
4.
La copertina. Molti lo compreranno per quest’ultima (7)
Cosa
non funziona:
1.
La trama. Nessuna empatia, eventi prevedibili, frasi fatte sugli
italiani: pattume (4)
2.
Carattere di stampa obbrobrioso (4)
3.
Titolo inadatto. È una storia di coraggio e di volontà, non una piroetta
della sorte (4)
4. Personaggi mal delineati, poco approfonditi. Sensazione dominante di
superficialità. Chi si è preso la briga di promuoverla andrebbe rimosso
all’istante dal suo ruolo (4)
La
media voto, di 5,8 è un poco bugiarda. Il libro, nome eccessivo, vale meno, ma
la matematica è una scienza che negli affari, purtroppo, comanda. Sacrificio
della qualità.