domenica 27 marzo 2016

Il Gatto che aggiustava i cuori. Rachel Wells. Garzanti

Cosa funziona:
1.       L’impianto promozionale. Il vento dell’animalismo soffia come un ghibli sia lassù (nella terra di origine del romanzo, l’Inghilterra), sia quaggiù: gattofili di tutte le età, unitevi. Il passaparola e il martellamento dei bloggers a pagamento fanno il resto (9)
2.      La tematica dell’abbandono degli animali, la depressione, la violenza sulle donne, il guaio –attuale, tanto attuale – dell’integrazione. Mescolare bene e poi trangugiare “alla goccia” per non essere svegliati d’un tratto dalla realtà (8)
3.      La scrittura è fluida. Ogni tanto sa di favoletta, ma visto il contenuto può starci. Niente di eccezionale, ma scivola via come l’acqua (6)

Cosa non funziona:
1.       La copertina: carino il gatto rosso, ma Alfie, ilprotagonista della storia, è grigio. Se io facessi un errore del genere sul lavoro verrei licenziata in tronco, dopo che il tronco me l’hanno rotto sul grugno (3)
2.      Gli argomenti, pur nobili, sono un’operazione di sociologia  a scopo di lucro (4)
3.      Il gatto non ha sentimenti umani. È inutile che di quando in quando si mettono i sensi umani agli animali: non ce li hanno, perdinci! Ne hanno altri, che sono molto più nobili. Ma di certo quello di fare il bene per chi lo ama così che tutti possano trovare la strada della felicità non è tollerabile neppure nei racconti per bimbi. Ah, ma Alfie è anche esperto di arredamento, e dà lezioni di altruismo selvaggio. Surrealismo letterario per adulti “rimbambini” (3)
4.      Il packaging. La solita paccottiglia patinata, la solita aura di miele, il solito finale stucchevole, la solita caduta di un ex grande editore. Possibile che Garzanti abbia nel suo team gente incapace di scegliere buoni libri? (4)
5.      Il ritmo narrativo. A causa di descrizioni minute, una dopo l’altra, che rallentano la corsa di una trama che già è poca roba di suo, nel leggerlo ci si sente molto gatti: pieni di voglia di dormire e di sbadigliare (4)

Un 5,1 tirato per i capelli. Pardon, per i peli. Se lo fate apposta, gente, ditelo.