Musica
dalla spiaggia del paradiso. John Ajvide Lindqvist. Marsilio.
Cosa
funziona:
1.
Il romanzo deve inquietare e a suo modo ci riesce. Il luogo del dramma è
la psiche di ogni individuo: disturbata, percorsa dalle insoddisfazioni e in
equilibrio precario sull’abisso del proprio inconscio. Buona gestione della
suspense (7)
2.
Grafica interna e impaginazione eccellenti (8)
3.
Stile di scrittura un po’ ampolloso, a tratti pesante, comunque discreto
(7)
4.
La metafora secondo cui nessuna vittima del “paradiso” vi si trova senza
la compagnia di un coniuge o un compagno odiato, disprezzato o mai accettato (6)
Cosa
non funziona:
1.
Lindqvist vuole imitare Stephen King, ma tra il dire e il fare c’è tanto da studiare (5)
2.
Titolo inadeguato al contenuto (5)
3.
La cover punta a perturbare, di fatto scoraggia il lettore dubbioso (5)
4.
Niente alberi né sole, le paure sono tutte all’aperto: un’opera
sconsigliabile agli agorafobici. Se ci si mettono pure le canzoni degli Abba e
il passato di dolore e illusioni dei protagonisti, si rischia l’accusa di
istigazione al suicidio. Pessimismo cosmico di matrice leopardiana (5)
La
media voto è un 6 che sa di sufficienza assediata da una domanda: possibile che
non abbiamo in Italia autori così? È davvero necessario pescarli in Svezia?