venerdì 5 giugno 2015

Musica dalla spiaggia del paradiso. John Ajvide Lindqvist. Marsilio.

Cosa funziona:
1.       Il romanzo deve inquietare e a suo modo ci riesce. Il luogo del dramma è la psiche di ogni individuo: disturbata, percorsa dalle insoddisfazioni e in equilibrio precario sull’abisso del proprio inconscio. Buona gestione della suspense (7)
2.      Grafica interna e impaginazione eccellenti (8)
3.      Stile di scrittura un po’ ampolloso, a tratti pesante, comunque discreto (7)
4.      La metafora secondo cui nessuna vittima del “paradiso” vi si trova senza la compagnia di un coniuge o un compagno odiato, disprezzato o mai accettato (6)

Cosa non funziona:
1.       Lindqvist vuole imitare Stephen King, ma tra il dire e il fare c’è tanto da studiare (5)
2.      Titolo inadeguato al contenuto (5)
3.      La cover punta a perturbare, di fatto scoraggia il lettore dubbioso (5)
4.      Niente alberi né sole, le paure sono tutte all’aperto: un’opera sconsigliabile agli agorafobici. Se ci si mettono pure le canzoni degli Abba e il passato di dolore e illusioni dei protagonisti, si rischia l’accusa di istigazione al suicidio. Pessimismo cosmico di matrice leopardiana (5)

La media voto è un 6 che sa di sufficienza assediata da una domanda: possibile che non abbiamo in Italia autori così? È davvero necessario pescarli in Svezia?