giovedì 13 agosto 2015

La Ferocia. Nicola Lagioia. Einaudi.

Cosa funziona:
1.      Tutto limpianto pubblicitario del volume: mai visto un simile pressing mediatico dai tempi del Codice Da Vinci, che almeno un briciolo di suspense e di ricerca storica li aveva! (8)
2.      La verosimiglianza di alcune delle creature letterarie con la realtà disagiata di oggi; la caduta di un impero per mano di generazioni di eredi incapaci e belluini (7)
3.      Finezza dei caratteri di stampa, qualità della carta, indice, note, pregio tipografico del volume (9)

Cosa non funziona:
1.       La scrittura. Infame. Shakespeare e Dostoevskij imitati male, stuprati. Pretenzioso e fintamente dotto in tante parti, con errori di significato ed espressivi assai gravi, metafore e similitudini demenziali (3)
2.      Il titolo. Illogico. La ferocia è quella verso chi legge, a cui non si può dare in pasto un piatto così vomitevole (4)
3.      Cosa c’entra la copertina con il contenuto? (5)
4.      La discutibilità dello stile e della lingua, contorti e indegni persino del diario di una ragazzina di dodici anni, mettono in pessima luce chi ha dato fiducia ad un mattone pieno di lungaggini inutili. Agenzie o agenti, editor, tutti coloro che hanno dato l’ok a questo lavoro snob, idiota, inaccettabile, o sono degli incapaci – e devono cambiare mestiere – o sono tra i colpevoli di chi riduce la nostra letteratura a una spoglia. Bullshit (3)
5.      Ammennicoli, orpelli e barocchismi da vip club, dialoghi fastidiosi: un “fatalismo della penna” compiaciuto, sgradevole e che non abbaglia nessuno (3)
6.      Il prezzo. E la vittoria allo Strega. Quand’è che la finirete, cari editori, di dare fiato ad inetti che con l’arte non hanno nessun legame? (4)
         
I miasmi di bestseller a tavolino non influiscono sulla media voto di un bidone che arriva a 5,1 per meriti impropri e perché mi è stato regalato. Avessi speso di mio 19,50 € non avrei avuto le rotelle a posto neppure per abbozzare questa scheda.