Cosa
funziona:
1. Tutto l’impianto pubblicitario del volume: mai visto un simile pressing
mediatico dai tempi del Codice Da Vinci, che almeno un briciolo di suspense e di ricerca
storica li aveva! (8)
2.
La verosimiglianza di alcune delle creature letterarie con la realtà disagiata
di oggi; la caduta di un impero per mano di generazioni di eredi incapaci e
belluini (7)
3.
Finezza dei caratteri di stampa, qualità della carta, indice, note,
pregio tipografico del volume (9)
Cosa
non funziona:
1.
La scrittura. Infame. Shakespeare e Dostoevskij imitati male, stuprati.
Pretenzioso e fintamente dotto in tante parti, con errori di significato ed
espressivi assai gravi, metafore e similitudini demenziali (3)
2.
Il titolo. Illogico. La ferocia è quella verso chi legge, a cui non si
può dare in pasto un piatto così vomitevole (4)
3.
Cosa c’entra la copertina con il contenuto? (5)
4.
La discutibilità dello stile e della lingua, contorti e indegni persino
del diario di una ragazzina di dodici anni, mettono in pessima luce chi ha dato
fiducia ad un mattone pieno di lungaggini inutili. Agenzie o agenti, editor,
tutti coloro che hanno dato l’ok a questo lavoro snob, idiota, inaccettabile, o
sono degli incapaci – e devono cambiare mestiere – o sono tra i colpevoli di
chi riduce la nostra letteratura a una spoglia. Bullshit (3)
5.
Ammennicoli, orpelli e barocchismi da vip club, dialoghi fastidiosi: un
“fatalismo della penna” compiaciuto, sgradevole e che non abbaglia nessuno (3)
6.
Il prezzo. E la vittoria allo Strega. Quand’è che la finirete, cari editori,
di dare fiato ad inetti che con l’arte non hanno nessun legame? (4)
I
miasmi di bestseller a tavolino non influiscono sulla media voto di un bidone
che arriva a 5,1 per meriti impropri e perché mi è stato regalato. Avessi speso
di mio 19,50 € non avrei avuto le rotelle a posto neppure per abbozzare questa
scheda.